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Trattando in generale il Segno del Capricorno non è dato di conoscere con precisione tali elementi, i lettori perdoneranno l’indispensabile extrapolazione, la generalizzazione che permette di colorare di un nero capricorniano (tonalità cromatica del Segno per tradizione) avvolgente l’insieme dell’esame psicologico.
Ricolleghiamoci al mito di Saturno-Kronos, ma anche alla benevola concezione romana del dio agreste, dobbiamo cominciare con il notare che si tratta di un Segno di Terra così come il Toro e la Vergine, che riceve gli influssi della stagione invernale e ne possiede quindi i risvolti di serietà, introversione, riflessione, pessimismo, difficoltà ad esprimersi con eloquenza e sicurezza.

Se il Solstizio d’Estate data l’inizio del Segno del Cancro, segna con chiarezza il mezzogiorno dell’anno e il trionfo della luce solare, con la tradizionale raccolta delle erbe aromatiche di San Giovanni, il 24 giugno, allo stesso modo il significato del Solstizio d’Inverno è restrittivo, porta alla luce ridotta, alle paure ancestrali, al freddo e al buio, in sintesi è un fase statica, in apparenza, per la Terra. E invece così importante che il Segno del Capricorno appartiene proprio a questa ripartizione nella sequenza zodiacale. Nel ventre materno di Gea e di Rea, si preparano il rinnovo primaverile, le nuove linfe vitali. Tutto è spoglio, ridotto all’essenziale, silenzioso e sommesso, mentre la neve ricopre ogni cosa, e riduce ancora i rumori, rendendoli impalpabili. La vegetazione langue, solo i sempreverdi lontano sotto il peso delle intemperie, ma la maggior parte degli alberi è ridotta ad uno scheletro, saturnino e dalla morte apparente. Lo stesso ciclo vitale delle foglie, lo scambio nutritivo è interrotto, come per magia Saturno ha bloccato ogni cosa, per protezione ma anche per accompagnare il ruolo naturale del suo compito. Tutte le forze vitali sono limitate, gli insetti sono nascosti nel ventre della terra, nei ripari degli alberi, gli animali più dormiglioni sono in letargo, la lumaca nascosta in profondo, tassi e ghiri in confortevoli tane dai bei raccolti estivi accantonati. Gli animali selvatici subiscono un rallentamento cospicuo nei loro ritmi vitali. L’uomo segue questa direttiva, ha preparato rumorosamente l’inverno imminente col Giove sagittariano, ed ora è pronto a riflettere, a rinchiudersi in se stesso, a esaminarsi e a pensare finalmente all’interno di sé, dopo tanti mesi.

Il Capricorno, affine alla terra tormentata della natura invernale rappresenta l’inverno nella sua componente di valore, di evoluzione, di fine collegata ad un principio. Questo Segno nella sua natura più intima e pura è segnalato attraverso un preciso movimento di introversione, di isolamento, autodifesa, riduzione delle esigenze, accantonamento, concentrazione, riflessione, riduzione all’essenziale. Proprio per la sua struttura, è un Segno paziente, che sa attendere i risultati di quanto intrapreso, così come la terra spoglia custodisce gelosamente nel suo ventre i germogli i cui frutti verranno molto più avanti, nella primavera esibizionistica e nell’estate lussureggiante. La base naturale del concetto capricorniano apporta in sé una componente selettiva. La nascita invernale non può non nascondere delle incognite ben precise dovute al clima, al freddo difficile per un neonato appena apparso alla luce limitata delle candele, delle fondi instabili del riscaldamento.
La mortalità è sempre stata una feroce nemica dei neonati, chiamata Lilith e riconosciuta nel ruolo assassino della prima moglie di Adamo, divenuta secondo la tradizione ebraica compagna di Asmodeo all’inferno.
Ah, le bellissime di questo Segno di Terra, dalla giovinezza apparentemente venduta a Faust, come Marlene Dietrich!

Sono donne destinate a intraprendere strade lunghe, coronate da successi a volte inspiegabili da parte di chi non ne conosca a fondo le risorse interiori, che si accompagnano all’indubbio elemento di bella presenza.
Non è solo un problema di fascino, si pensi alla serie inesauribile di ritratti di personalità che prima di tutto sono rimarchevoli per quello che si trova dietro la loro bellezza, per la bravura con la quale sanno conservare nel tempo certi valori fisici e morali, le diritture nel percorrere la strada lunga del successo.
La causa va ricercata nella natura femminile del Capricorno, nella severità saturnina che si spegne al contatto con Venere, così come il vecchio saggio sorride al contatto con la bellezza e la gradisce con sguardo timoroso e incredulo.
Nelle lunghe liste di personaggi illustri nati sotto questo o quel Segno, le donne del Capricorno non si distinguono quantitativamente, preferiscono nella maggior parte dei casi seguire un’esistenza fuori dalla ribalta artistica o scientifica, schiva, spesso preoccupate di accompagnare il successo di un uomo, o esprimere con perfezione il dualismo famiglia-lavoro; silenziose e insostituibili collaboratrici, segretarie, medici, antiquari, madri di famiglia rigorose e disponibili fino al sacrificio, serie anche in scelte meno moralistiche, pur senza voli di fantasia. Saturnina anche nell’aspetto fisico, la donna che ha visto la luce nel Decimo Segno, il Capricorno, acquisisce lentamente gli strumenti della sua bellezza, le armi della seduzione. E’ bambina e poi giovinetta molto a lungo, anche perché solitamente minuta, e di statura non altissima, sottile nell’ossatura. Dà una immagine più giovane del reale. Questa opinione, come sempre, non va generalizzata, in quanto basta lo spostamento della posizione natale di Venere in un altro Segno, o una Luna particolarmente incisiva sul Tema Natale per modificarne la scrittura, ma in generale la donna del Capricorno è giovane insicura, che acquisisce con il passare del tempo fiducia nei suoi mezzi, e trascorre uno splendido meriggio infuocato, quanto meno più consapevole della prima giovinezza, nel corso della quale i mezzi sono limitati e la coscienza del proprio valore va ancora costruita e ribadita.

Difficilmente disponibile a vivere a carico dell’uomo di famiglia, padre, marito, e dell’entourage famigliare, ella persegue obiettivi di indipendenza e acquisizione di propri mezzi di sostentamento e, anche se dal punto di vista scolastico può non brillare, sotto il profilo pratico nella maggior parte delle volte riesce a dare un’immagine molto stimabile di sé, per il suo ordine personale interiore, che sa trasmettere con acume alle mansioni che le competono. L’indole è per lo più portata alla chiusura, alla riservatezza, le idee maturano con calma, riflessione, tempo, nel silenzio di un dialogo con gli altri che spesso è molto scarno, e può dare una falsa impressione di aridità certamente poco fondata.
D’altra parte il Capricorno è Segno Femminile, ed esprime nelle sue rappresentanti le raffinatezze maggiori, menti provvide, capaci di ottime prove, nella famiglia come nel lavoro e, molto spesso, in entrambi i settori della vita. L’orgoglio le caratterizza, non tanto come esibizionismo o malinteso senso del proprio valore, ma come serio giudizio nei confronti degli altri, che nasce da una ben precisa molla interiore. Esse, infatti, sono molto severe con loro stesse, tendono per conseguenza a pretendere anche dagli altri giustizia, lealtà, attenzione, che hanno parte del loro comportamento.
Il meccanismo di acquisizione del bagaglio culturale è lento, ma approfondito, un concetto viene esaminato con consapevolezza fino a quando non è pienamente recepito, e una volta appreso non è più dimenticato, in quanto frutto difficile ed apprezzato nella sua valutazione di apporto culturale personale. Non è quindi persona che ‘vende fumo’, al contrario, rende meno di quando sarebbe lecito prevedere anche se, in occasione di esami insorge una caparbietà inaspettata e lo stile metodico impiegato nella preparazione può dare dei frutti inattesi, a volte sorprendenti per la stessa protagonista della prova. Di qui deriva, a volte, qualche piccola carenza di elasticità mentale, il fissarsi su principi e convinzioni che, con il passare del tempo, possono dare una immagine fin troppo conservatrice. Curiosamente, possono dimostrare invece apertura per fatti che non le riguardano direttamente. Esigenti con se stesse, ripetono lo stesso atteggiamento nei confronti degli altri, e hanno dalla loro parte la grande risorsa del saper attendere nel corso della vita, anche per molti anni, una meta ambita e desiderata.
La signora del Capricorno prova un notevole amore per la solitudine, l’isolamento, soprattutto interiore, che sa realizzare anche in mezzo ad una vera e propria folla. Vi è un atteggiamento fondamentalmente serio, distaccato, consapevole nei confronti della vita, il rifiuto dello spreco e delle risorse, con un innato buon senso che nasconde in definitiva il segreto di una pacata serenità.

Il saper attendere anche molti anni prima di raggiungere una meta a volte stabilita già nel corso dell’infanzia, la mette al riparo dalle delusioni dovute alle decisioni prese con eccessiva precipitazione. Sa gestire il rapporto con l’uomo in modo perfettamente paritario, rispettata e benvoluta, stimata per l’essenzialità del suo mentale. Non eccede mai nel parlare, e difficilmente può assumere atteggiamenti logorroici, che le somigliano molto poco. Non parla a vanvera, o solo per parlare, sa celare all’intero di sé poche idee ma chiare, come si dice. In fondo al suo animo staziona una lenta, ma costante malinconia, un distacco dalle cose di ogni giorno, che rappresenta l’altro polo delle grandi iniziative intraprese. E forse il segreto della loro riuscita. La voglia di costruire e, al tempo stesso, un consapevole giudizio critico sulla costruzione. La si può rimproverare di un eccesso di rigidità, di prendere le cose fin troppo sul serio, di agire in modo eccessivamente consapevole. Sotto l’apparenza riflessiva e distaccata, tuttavia, possono nascondersi fuochi interiori come quello della giovanissima Teresa di Lisieux, consumata dall’amore per Gesù, o donne appassionatissime, in amori travolgenti. Un dato importante si esprime attraverso l’ambizione della riuscita, per quanto ristretto sia l’ambiente frequentato o di provenienza. Il tempo collabora per raggiungere obiettivi che in partenza possono essere sembrati fin troppo lontani e irraggiungibili, ma che la donna – animale capra con coda di pesce – con la sua lenta e tenace azione ha saputo rendere infine a portata di mano.
E’ come un fuoco sotterraneo che lavora sotto la cenere, e basta una scintilla per conservarlo per lunghissimo tempo. Il senso del tempo le insegna l’attitudine a conservare le cose di casa, a saperle valorizzare al massimo, dopo scelte che il più delle volte sono essenziali, ma di ottimo gusto. Vi è un senso del passato, il rispetto per ciò che fu dei nonni, di bisnonni, il saper valorizzare la biancheria di un tempo, la tenda al tombolo, il piccolo mobile anonimo di famiglia, in una sobrietà che non può che essere lodevole. Il significato più evidente dello stereotipo capricorniano si esprime attraverso la volontà, non già ottenuta attraverso la ben conosciuta testardaggine taurina, ma considerata come obiettivo della disciplina e del self-control personale.

La prontezza primaverile del primo Segno di Terra, il Toro, filtrata attraverso la contabilità attenta della Vergine perviene ad uno status definitivo di riservatezza, tranquillità, abitudine alla maturazione continua del pensiero. Se ne ottengono dei risultati ambivalenti, di attitudine a mantenere nel tempo i propri obiettivi, ma anche di difficoltà nel farsi comprendere da parte degli altri, non disponibili, nella maggior parte dei casi, a comprendere la vera essenza del comportamento di questa donna che finisce per essere per loro enigmatica e astrusa, ad onta delle ottime qualità di affidabilità personale. Per il Segno del Capricorno, in precisa contrapposizione con il materno Cancro che sta al suo opposto, ottimo accentratore di virtù e sogni di sentimento e maternità circoscritti all’universo familiare, la società rappresenta il clou, la vita pubblica, il distinguersi nell’evoluzione personale senza quantificare troppo i valori legati agli affetti o al proprio personale microcosmo, posti al contrario in seconda linea. Questo comportamento può apparire incomprensibile agli altri, e ne derivano alcune difficoltà di reciproca comprensione. La ben nota saracinesca capricorniana può fungere da suggello a rapporti umani spesso limitati. Proprio nell’alternativa tra dovere e umanità sta il segreto del successo o della sconfitta. Il vero equilibrio, che diventa una dote personale e non evidentemente collettiva, può trasformarsi in aridità e chiusura agli slanci affettivi, o in un sacrificio preciso all’altare della riuscita. Sono entrambe manovre pericolose, che si pagano duramente. Dopo molti anni di incessante lavoro può accadere di trovarsi ad aver perseguito un obiettivo fine a se stesso, limitativo, mancante di quelle caratteristiche personali, sentimentali, umane, che sole possono dare il verso equilibrio della personalità. Sotto l’aspetto sicuro di sé si nascondono in questi casi abissi di desiderio d’amore, di semplice, umana disponibilità allo scambio e alla tranquilla dipendenza da altri esseri umani, che l’immagine ‘ufficiale’ non può permettersi. E’ un rischio pericoloso, che può prendere il suo avviso da fatti infantili, anche molto lontani nel tempo. E’ il prezzo altissimo della perfezione (apparente). Il lato migliore consiste comunque nella lotta quotidiana, nel sapersi giudicare con lucidità e distacco, consapevole la nostra protagonista che quanto si è proposto può costarle, continuamente disponibile alla verifica delle sue aspettative, e a pagarne ogni piccola parte con i suoi mezzi. Queste caratteristiche si possono esprimere dal punto di vista personale o sociale, e a volte la nostra Capricorno è così preziosa per l’entourage in cui vive da farsi perdonare facilmente qualche eccesso di chiusura e una rigidità, che il più delle volte, è presunta, e può essere scalfita dal sentimento affettivo, familiare, amichevole o amoroso. Si raggiunge così il prototipo massimo, il meglio del meglio, la ragione combinata con il sentimento. Molto raro.
E’ conformista, nel senso più interiore che esteriore, ama poco il pettegolezzo smaccato, la curiosità degli altri, la critica alla quale può restare indifferente, ma che entra in una sua sfera privata di libertà, intangibile.
Moralista? Non direi. E’ anche questo un discorso di libertà, di scelta di certi principi in quanto si riconoscono evolutivi, o semplicemente comodi, utili alla scalata del successo, della stima, paravento a volte di una attività sessuale ragguardevole che trae origine dalle fondamentali possibilità di frigidità, le quali possono spingerla inconsapevolmente verso una ricerca sottile, nascosta, sapida, con una piccola vena di irrisione verso un mondo che crede alle apparenze e ai sepolcri imbiancati, nei quali la dolce Capricorno è maestra.

Difficilmente si crogiola in romanticherie, dunque, e può risultare così più interessante, stimolante, tutta da scoprire.
Nella sua iconografia ufficiale, comunque, sa vivere il ruolo di bella e irraggiungibile. Spesso questa donna vive con intelligenza all’ombra di un uomo, non sempre per amore sviscerato, più frequentemente per saggezza, per rispetto di sé, per osare esprimere attraverso di lui certe ambizioni riposte che sarebbe spiacevole o difficile vivere in modo diretto. Interverrebbe un senso della competizione che apparentemente non le somiglia.
Padrona di casa perfetta, sobria nel vestire ma non per questo meno apprezzabile, maestra nel valorizzare le cose di famiglia, dalle tende della nonna al gioiello di limitato valore ma vecchio di 200 anni, può dare a volte un’impressione di modestia troppo evidente per essere credibile. Tuttavia appagante per chi le vive vicino, che la trova indispensabile, portata a sacrificarsi, insostituibile. Qui sta la sua grande forza, la mano di ferro nel guanto di velluto, il saper rinunciare al presente per l’avvenire, l’arte orientale di sedere in riva al fiume e attendere il passaggio del cadavere del suo nemico. Nelle vendette conosce raffinatezze veramente notevoli, che chi apprezza il suo lato sacrificale può negare di ravvisare in lei. A condizione di non doverlo fare, prima o poi, a sue spese. E conoscere così l’abisso dell’essere totalmente ignorato da lei, conoscendola in un attimo spietata, portatrice all’interno di sé di un registro implacabile della memoria, pronto per tutte le sue manchevolezze, anche le più minuziose, sorprendenti, trascurabili. La falce saturnina può riprendere il sopravvento, e così come ha saputo tranciare il superfluo della sua vita, del piacere, degli affetti, dell’edonismo, sa giudicare con raffinatezza ascetica sul surplus degli altri. E’ il momento più pericoloso, in cui il capro espiatorio diviene crudele e infierisce invertendo il ruolo sulle sue vittime. Conosce così la macchinazione, l’elucubrazione, scopre che dietro i lunghissimi silenzi, la presunta timidezza, certi svolazzi di falsa modestia si nasconde una donna straordinariamente umana, e proprio per questo viva, palpabile, capace di tutta una gamma dei sentimenti che ha provato a ripudiare, ma covavano latenti all’interno di sé.
‘Quando mi lascio andare e mi mostro come sono con le mie paure – dice Monica Guerritore – con le mie paure, vedo che l’altro mi guarda come se vedesse una persona sconosciuta, e allora ho messo istintivamente a fuoco una immagine che esterno: mi ci diverto, gioco, e ogni tanto la cambio. ’
‘Sono una persona che vive perfettamente la contraddizione – dichiara un’altra Capricorno, Diane Keaton – perché solo il bianco o il nero sono la verità. Non è nel grigiore del compromesso, della mediazione che ci si può sentire felici. Dovevo amare due uomini tra loro in contraddizione per poter dire di aver provato il vero amore, quello totale, impossibile a trovarsi in un solo uomo proprio perché se è bianco non può diventare nero, e viceversa, se non attraverso una finzione. ’

Grazia Mirti, Capricorno, Armenia Editore, 1983